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TOP 5 DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI PIÙ DIFFUSE

Aggiornamento: 13 feb 2023

Ogni intolleranza ha i propri sintomi e le proprie pericolosità. Scopriamo insieme quali sono quelle più diffuse.

Conosci la differenza tra intolleranza e allergia? Ecco una semplice spiegazione: diversamente dall’allergia, l’intolleranza non riguarda il sistema immunitario, ma si verifica quando il corpo non accetta o non è in grado di digerire determinati alimenti.


Ovviamente, una volta assunto un cibo ostile, si manifestano diversi sintomi che variano in base all’alimento ingerito. Le intolleranze alimentari, però, essendo difficili da diagnosticare, vengono spesso confuse con malesseri comuni o reazioni allergiche.


Le allergie, diversamente dalle intolleranze, coinvolgono il sistema immunitario e sono legate a una serie di reazioni e sintomi, alcune volte anche molto aggressivi e pericolosi.


Ma quali sono le intolleranze alimentari più diffuse nella popolazione? Noi ne abbiamo individuate ben cinque!



LE INTOLLERANZE PIÙ DIFFUSE


L’intolleranza al lattosio è probabilmente una delle più diffuse, soprattutto nelle persone adulte o anziane, questo perché il lattosio è presente nel latte e in tutti i suoi derivati. Sicuramente è un’intolleranza facile da riconoscere grazie ai sintomi caratteristici che provoca, uno fra tutti un forte gonfiore addominale. Non c’è dubbio che eliminare definitivamente il lattosio dalla propria vita sia difficile, anche perché lo si può trovare in cibi del tutto insospettabili, proprio per questo motivo, esistono delle soluzioni "temporanee" per quando ad esempio si pranza al ristorante, ovvero assumere, prima dei pasti, un integratore contenente l’enzima che manca all’organismo per digerire il lattosio.



L’intolleranza al Nichel è meno comune rispetto a quella al lattosio ma è comunque facile da diagnosticare, grazie a un semplice test in cui viene analizzata la reazione cutanea dopo l’applicazione di un cerotto imbevuto di questa sostanza. Il Nichel è un metallo pesante presente in moltissimi alimenti (come pomodoro, cacao, cereali integrali, noci e nocciole, alcuni tipi di crostacei) ovviamente in quantità differenti, e in diversi utensili da cucina. Eliminare definitivamente questa sostanza dalla propria dieta è praticamente impossibile, l’unica soluzione è quella di limitare il più possibile i prodotti che lo contengono in percentuali molto alte, ma anche di evitare di consumarli insieme ad altri alimenti che ne sono affetti, in questo modo si sfuggirà alla reazione di accumulo.



Anche l’intolleranza al glutine è particolarmente diffusa ma purtroppo non sempre risulta facilmente individuabile in quanto si manifesta sotto forma di sintomi differenti tra loro. Può insorgere a qualunque età e colpire persone di tutte le etnie. Se non viene diagnosticata in tempo, ma portata avanti per un lungo periodo, questa intolleranza in particolare può portare a seri problemi di salute provocando gravi lesioni intestinali. Il glutine è presente in molti degli alimenti che vengono consumati praticamente tutti i giorni: dalla pasta al pane fino alla birra ma che, al giorno d’oggi, hanno diverse alternative. Chi è intollerante al glutine non deve eliminare completamente questi prodotti dalla propria dieta ma deve limitarne il consumo e provare a reintegrarli a poco a poco.



Il Favismo, meglio conosciuto come la “malattia delle fave”, è una malattia ereditaria che comporta il divieto assoluto di consumare le fave, ma anche altri alimenti come, ad esempio, i piselli. La caratteristica dei fabici è quella di non avere sintomi fino a quando non entrano in contatto con le fave che scatenano l’intolleranza. Risalire alla diagnosi non è poi così difficile se si considera il collegamento tra l’assunzione dell’alimento e il malessere successivo. I sintomi si manifestano dopo 12-24 ore e, al giorno d’oggi, non esistono ancora cure e rimedi per prevenire i dolori, ma solo il divieto assoluto di consumare l’alimento.



Infine, abbiamo l’intolleranza ai crostacei, anch’essa molto diffusa soprattutto tra gli adulti. Si tratta di una risposta del sistema immunitario alle sostanze ​​presenti in molluschi e crostacei come ad esempio ostriche, vongole, aragoste e tanti altri. Le reazioni variano in base al tipo di intolleranza e possono manifestarsi come una semplice orticaria fino allo shock anafilattico, quindi una vera e propria emergenza che richiede un’iniezione di adrenalina e qualche tempo al pronto soccorso. Generalmente i sintomi si sviluppano entro pochi minuti o al massimo un’ora dopo aver mangiato l’alimento contenente l’allergene.


Le intolleranze non vanno prese sottogamba, ma ci si può comunque godere la vita con tante buonissime alternative. Scopri tutte le soluzioni proposte da Atelier dell’intollerante!





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